28 aprile 2011

Uomini nuovi nel cuore della città terrena

(Osservatore Romano) Trasformati dalla risurrezione di Cristo, i cristiani sono chiamati a loro volta a trasformare il mondo, «per dare alla città terrena un volto nuovo che favorisca lo sviluppo dell’uomo e della società secondo la logica della solidarietà, della bontà, nel profondo rispetto della dignità propria di ciascuno». Lo ha detto il Papa all’udienza generale di mercoledì 27 aprile, in piazza San Pietro, parlando della Pasqua come «cuore del mistero cristiano».

Con essa — ha ricordato Benedetto XVI — «inizia una nuova condizione dell’essere uomini, che illumina e trasforma il nostro cammino di ogni giorno e apre un futuro qualitativamente diverso e nuovo per l’intera umanità». In questa prospettiva, il pensiero rivolto alle «cose di lassù» non è «una specie di alienazione» ma esprime l’impegno a «far morire in noi il desiderio insaziabile di beni materiali, l’egoismo, radice di ogni peccato», per «vivere da uomini nuovi in questo mondo, nel cuore della città terrena».

La Pasqua, dunque, porta «la novità di un passaggio profondo e totale da una vita soggetta alla schiavitù del peccato ad una vita di libertà, animata dall’amore, forza che abbatte ogni barriera e costruisce una nuova armonia nel proprio cuore e nel rapporto con gli altri e con le cose». Se il cristiano fa esperienza di questo «passaggio di risurrezione — ha affermato il Pontefice — non può non essere fermento nuovo nel mondo, donandosi senza riserve per le cause più urgenti e più giuste, come dimostrano le testimonianze dei santi in ogni epoca e in ogni luogo». La luce pasquale — ha raccomandato — «deve penetrare questo nostro mondo, deve giungere come messaggio di verità e di vita a tutti gli uomini attraverso la nostra testimonianza quotidiana». È questo — ha spiegato — «il nostro compito e la nostra missione: far risorgere nel cuore del prossimo la speranza dove c’è disperazione, la gioia dove c’è tristezza, la vita dove c’è morte».

(T.e.P.) Al termine dell’udienza, il Santo Padre ha salutato un numerosissimo gruppo di adolescenti della professione di fede provenienti dall’Arcidiocesi di Milano: “Grazie per il vostro entusiasmo. Sento la gioia di Pasqua. Grazie. Cari giovani amici anche, a voi, come ai primi discepoli, Cristo risorto ripete: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi ... Ricevete lo Spirito Santo" (Gv 20, 21-22). Rispondetegli con gioia e con amore, grati per l'immenso dono della fede, e sarete ovunque autentici testimoni della sua gioia e della sua pace. Per voi, cari malati, la risurrezione di Cristo sia fonte inesauribile di conforto, di consolazione e di speranza.”

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