8 maggio 2011

Articolo di Giacomo Galeazzi–Il mandato di Ratzingher

l Papa nel Regina coeli recitato al termine della messa al parco San Giuliano, ha voluto sostenere l'opera dei "laici", citando la "Azione cattolica, così radicata e presente in queste terre" e i "movimenti che - ha detto - con la varietà dei loro carismi e della loro azione, sono un segno della ricchezza del tessuto ecclesiale, penso - ha aggiunto - a realtà come il movimento dei focolari, Comuione e liberazione, il Cammino neocatecumenale,per citarne solo alcune"."Tutti - ha concluso - incoraggio a lavorare con vero spirito di comunione in questa grande vigna nella quale il Signore ci ha chiamati ad operare".

(Giacomo Galeazzi, vaticanista de La Stampa e inviato a Venezia)Seconda giornata del viaggio del Papa nel Nordest. Benedetto XVI questa mattina alle 9 lascerà il patriarcato di Venezia per recarsi al parco San Giuliano di Mestre dove celebrerà la messa e reciterà il Regina Coeli, la preghiera che in questo periodo dell'anno sostituisce l'Angelus. Tornato al patriarcato pranzerà con i vescovi e, alle 16,45 parteciperà nella basilica di San Marco alla assemblea di chiusura della visita pastorale della diocesi, e terrà un discorso. Alle 17,45 si imbarcherà sulla gondola dei doge per recarsi a Santa Maria della Salute, per l'incontro con il mondo della cultura e dell'economia, e è previsto un suo discorso. Visiterà poi la biblioteca Studium generale del Marcianum. Alle 19,15, in motovedetta, raggiungerà l'aeroporto Marco Polo di Tessera dove si imbarcherà per Roma. L'arrivo a Ciampino è previsto intorno alle 20,30.Per accogliere Benedetto XVI la Laguna di Venezia si e' vestita di bianco giallo, con migliaia di bandiere e drappi collocati su palazzi e imbarcazioni, che hanno offerto al Pontefice un formidabile colpo d'occhio mentre ieri arrivava in motoscafo dall'Isola di Sant'Elena. Un enorme striscione di "Benvenuto" lo ha salutato dal Ponte di Rialto ed un altro campeggiava sulla terrazza del piano nobile di Ca' Corner, con la scritta su dieci metri di lunghezza per tre metri di altezza: "la Prefettura e la Provincia di Venezia accolgono con gioia il Santo Padre, Papa Benedetto XVI". Ai lati 4 stendardi a coda di rondine, anch'essi di colore bianco e oro, di 3 metri di altezza per 1,5 metri di larghezza. Tre lati di Piazza San Marco sono stati addobbati all'altezza con drappi storici, intervallati da quelli bianchi e gialli. Ma non tutto a Venezia e' cosi' confortante: la crisi di Porto Marghera e' stata rappresentata al Papa dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni che ha anche confidato al Papa che "non e' facile mantenere lo splendore dei monumenti e delle Chiese di Venezia, in un momento di grave crisi economica". Dalla visita di Benedetto XVI "tutto il Nordest attende una nuova carica di energia", afferma il patriarca di Venezia Angelo Scola in un saluto al Papa pubblicato in prima pagina dell'Osservatore Romano ricordando anche lui "la prova di una crisi economica mondiale manifestatasi anche qui in modo drammatico nella perdita di troppi posti di lavoro, che hanno vissuto le ferite profonde inferte dalla recente alluvione, che ogni giorno sono a contatto con quel processo storico definibile come meticciato di civilta' e culture data la presenza sempre piu' imponente di immigrati". "Le nostre citta' - scrive il cardinale - sono tutte provocate a ripensarsi". "Esse - spiega il patriarca di Venezia - devono fare i conti con l'eredita' lasciata loro da Aquileia, snodo originario, crocevia di popoli dell'est e dell'ovest, che oggi si offre non piu' solo come motivo di memoria e passione archeologica, ma come chiave per riprogettare insieme il prossimo futuro. Da Aquileia viene il patrimonio di una tradizione che va riscoperta, vagliata in tutte le sue componenti per estrarne quelle pietre preziose che sappiano rilanciare la vita oggi". "Le nostre terre - aggiunge Scola - possono diventare il punto di incontro non piu' solo tra popoli germanici, slavi e latini come in passato, ma sempre di piu' anche tra popoli del nord e del sud del pianeta. Quella domanda irrinunciabile di liberta', di pace, di lavoro e di dignita' che si leva dai Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente giunge, attraverso il mare Adriatico, a scuotere le nostre citta' e raggiunge il cuore della vecchia Europa. Benedetto XVI viene come una persona che ci e' familiare, entra fisicamente in questa nostra singolare storia e ci 'stana'. Costringendoci a riscoprire la nostra antica origine".

Articolo uscito sul sito de “La Stampa” alla pagina di Giacomo Galeazzi.

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