25 maggio 2011

Milano, spunta Bagnasco per sostituire Tettamanzi

(La Repubblica) - Dopo il viaggio del Papa nel Nordest italiano, l'attenzione si sposta ora sulla Lombardia dove entro giugno dovrebbe arrivare il sostituto del cardinale Dionigi Tettamanzi: lascia, dopo due anni di "prorogatio" voluta dal Papa, l'incarico di arcivescovo Metropolita della Provincia ecclesiastica di Milano per limiti di età. Il nunzio apostolico in Italia, mons. Giuseppe Bertello, custodisce gelosamente vincolato dal segreto pontificio una lista con i possibili nomi dei nuovi arcivescovi di Milano da portare alla decisione finale del Papa, che può tenerne conto ma anche no e decidere in assoluta libertà. Una lettera, con una terna di candidati  è stata spedita nel mese di gennaio a tutti i presidenti delle conferenze episcopali regionali. I vescovi hanno integrato le proposte e i nomi sono tornati in Nunziatura. E le sorprese non mancano. Tra le raccomandazioni per una sede cardinalizia e importante come Milano c'è quella di un solo cardinale, il patriarca Scola che ha appena ricevuto la visita del Papa a Venezia. Gli altri nomi sono tutti di vescovi diocesani, espressione di una pastorale lontana dalle luci della ribalta romana al di qua e al di là del Tevere. Al cardinale vanno ancora i favori del pronostico, ma allo stesso Scola non dispiacerebbe restare a Venezia considerando lo spessore culturale, spirituale e sociale della città lagunare, senza dimenticare che già due patriarchi sono passati dal trono di Marco a quello di Pietro a Roma.
Con Scola a Milano, Comunione e Liberazione, già leader con Formigoni alla guida della regione e con una massiccia presenza di ciellini in comune, conquisterebbe un ruolo di potere anche in diocesi, ottenendo il controllo degli uffici della curia. C'è poi la candidatura vaticana del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, non indicato dai vescovi italiani ma dal Segretario di Stato Vaticano Cardinale Bertone. Ravasi è però criticato dall'episcopato lombardo per l'eccessiva presenza sui giornali e alla televisione, oltre che per il profilo eccessivamente intellettuale e l'assenza di esperienza pastorale "sul campo".
Nelle indicazioni dei vescovi il primo della lista è mons. Luciano Monari, attuale pastore di Brescia.  E' il vescovo venuto da Sassuolo, stesso paese nativo del cardinale Camillo Ruini che lo ha poi consacrato pastore il 2 settembre 1995 a Reggio Emilia, 65 anni, prete da 42, già vescovo di piacenza e Bobbio fino al 2007 è stato vicepresidente della Cei per il Nord Italia. Poi mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza, già assistente ecclesiasti­co dell'Università Cattolica a Milano, piemontese, il cui curriculum comprende l'Institut Catholique e la Sorbona. Il suo nome troverebbe l'accordo tra Comunione e Liberazione, molto forte a Milano, e il sostegno del cardinale Bertone che lo ha consacrato vescovo nel 2008.
La novità è mons. Diego Coletti, attuale vescovo di Como, già vescovo apprezzato per le sue doti umane e culturali in una terra non facile per la chiesa come Livorno, molto stimato dal clero ambrosiano e dallo stesso cardinale Tettamanzi che sembra averlo indicato al Papa come candidato a Milano in un recente colloquio privato in Vaticano. C'è ancora mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti e Vasto, filosofo e teologo, spesso agli onori delle cronache per via dei severi moniti lanciati al mondo politico italiano. Formatosi alla scuola del cardinale Martini, è impegnato nel dialogo con le chiese orientali. E' apprezzato dal mondo laico, buon comunicatore, ma resta forse difficile anche per la Chiesa che un napoletano possa raggiungere la guida della più grande diocesi al mondo, quella mabrosiana. Ma "l'outsider" che potrebbe spazzare via tutte le ipotesi è la candidatura del cardinale Angelo Bagnasco, attuale presidente della Cei. La sua non è una richiesta ufficiale, nè pubblica. Ma chi deve sapere, in Vaticano, sa bene che a Bagnasco, lontano dalla mente e dai cuori dei vescovi italiani, piacerebbe lasciare Genova e la guida della Cei per la sede metropolita di Milano. Una scelta che potrebbe mutare non poco l'attuale assetto politico dei vertici Cei e portare l'attuale arcivescovo metropolita di Perugia, mons. Gualtiero Bassetti, da vicepresidente a a presidente della Chiesa italiana.

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I Papabili secondo Repubblica: Scola, Monari, Ambrosio, Coletti, Forte e Bagnasco.

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