21 giugno 2011

Editoriale: Il Papa a San Marino, elogio dell’inquietudine

di Andrea Tornielli* -  Benedetto XVI ha concluso la sua visita alla diocesi di San Marino-Montefeltro. Una visita ben preparata, culminata questa mattina con la messa nello stadio di San Marino. Il vescovo Luigi Negri, nel suo saluto, ha chiesto che il Papa confermi i sanmarinesi nella fede, ma ha anche chiesto che Benedetto XVI oltre a incoraggiare, dia indicazioni e se necessario corregga. Non ricordo di averlo sentito dire tante altre volte in occasioni simili. Vi copio qui sotto alcuni passaggi del discorso preparato da Papa Ratzinger all’incontro con i giovani della diocesi a Pennabilli, durante il quale ha meditato il Vangelo del giovane ricco. Durante l’incontro Benedetto XVI ha più volte tralasciato il testo scritto, facendo digressioni e integrazioni.
L’uomo non può vivere senza questa ricerca della verità su se stesso; verità che spinga ad aprire l’orizzonte e ad andare al di là di ciò che è materiale, non per fuggire dalla realtà, ma per viverla in modo ancora più vero, più ricco di senso e di speranza. Penso che questa sia anche la vostra esperienza.
I grandi interrogativi che portiamo dentro di noi: chi siamo?, da dove veniamo?, per chi viviamo?, sono il segno più alto della trascendenza dell’essere umano e della capacità che abbiamo di non fermarci alla superficie delle cose. Ed è proprio guardando in noi stessi con verità, con coraggio che intuiamo la bellezza, ma anche la precarietà della vita e sentiamo un’insoddisfazione, un’inquietudine che nessuna cosa concreta riesce a colmare.
Cari amici, vi invito a prendere coscienza di questa sana e positiva inquietudine, a non aver paura di porvi le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita. Non fermatevi però alle risposte parziali, immediate, certamente più facili e più comode, che possono dare qualche momento di felicità, di esaltazione, di ebbrezza, ma che non vi portano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce non sulla sabbia, ma sulla solida roccia. Imparate allora a riflettere, a leggere in modo non superficiale, ma in profondità la vostra esperienza umana: scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta sull’infinito!
Una delle illusioni prodotte nel corso della storia è stata quella di pensare che il progresso tecnico-scientifico, in modo assoluto, avrebbe dato risposte e soluzioni a tutti i problemi dell’umanità. In realtà, se anche ciò fosse stato possibile, nulla e nessuno avrebbe potuto cancellare le domande sul significato della vita, perché queste sono scritte, per così dire, nell’animo umano e oltrepassano la sfera dei bisogni.
L’uomo, anche nell’era del progresso scientifico e tecnologico, rimane un essere aperto alla verità intera della sua esistenza, che non si ferma alle cose materiali, ma si apre ad un orizzonte molto più ampio. Tutto questo voi lo sperimentate continuamente ogni volta che vi domandate: perché?; quando contemplate un tramonto, o una musica muove in voi il cuore e la mente; quando provate che cosa vuol dire amare veramente; quando sentite forte il senso della giustizia e della verità.

* Andrea Tornielli, vaticanista de La Stampa è uno dei più accreditati giornalisti vaticanisti Italiani.

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