5 aprile 2013

La Settimana Santa di Papa Francesco

(Daniel Dibisceglie) – Una settimana Santa ricca di impegni e di emozioni quella di Papa Francesco, iniziata con la Messa Crismale del Giovedì Santo dove il Santo Padre ha ricordato ai sacerdoti che: “Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo; questa è una prova chiara. (...) Non è precisamente nelle autoesperienze o nelle introspezioni reiterate che incontriamo il Signore: i corsi di autoaiuto nella vita possono essere utili, però vivere la nostra vita sacerdotale passando da un corso all’altro, di metodo in metodo, porta a diventare pelagiani, a minimizzare il potere della grazia, che si attiva e cresce nella misura in cui, con fede, usciamo a dare noi stessi e a dare il Vangelo agli altri”. Ha parlato anche di liturgia evidenziando che: “non è semplice ornamento e gusto per i drappi, bensì presenza della gloria del nostro Dio che risplende nel suo popolo vivo e confortato (...). L'unzione, cari fratelli, non è per profumare noi stessi e tanto meno perché la conserviamo in un'ampolla, perché l'olio diventerebbe rancido ... e il cuore amaro”.

Nel pomeriggio il Santo Padre ha celebrato la Messa in Coena Domini nell’istituto penitenziario per minori di Casal di Marmo, dove alla presenza dei 50 giovani detenuti ha lavato i piedi a 10 ragazzi e due ragazze. Nell’omelia ha sottolineato il dovere di aiutare gli altri: “Come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio. Ma è un dovere che mi viene dal cuore: lo amo”.
Papa Francesco ha evidenziato l’importante gesto della lavanda dei piedi: “Questo è commovente. Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli. Pietro non capiva nulla, rifiutava. Ma Gesù gli ha spiegato. Gesù - Dio - ha fatto questo! E Lui stesso spiega ai discepoli: 'Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come ho fatto io' (Gv 13,12-15). È l’esempio del Signore: Lui è il più importante e lava i piedi, perché fra noi quello che è il più alto deve essere al servizio degli altri. E questo è un simbolo, è un segno, no?

Lavare i piedi è: 'io sono al tuo servizio'. E anche noi, fra noi, non è che dobbiamo lavare i piedi tutti i giorni l’uno all’altro, ma che cosa significa questo? Che dobbiamo aiutarci, l’un l’altro. A volte mi sono arrabbiato con uno, con un’altra … ma… lascia perdere, lascia perdere, e se ti chiede un favore, fatelo. Aiutarci l’un l’altro: questo Gesù ci insegna e questo è quello che io faccio, e lo faccio di cuore, perché è mio dovere. Come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio. Ma è un dovere che mi viene dal cuore: lo amo. Amo questo e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato. Ma anche voi, aiutateci: aiutateci sempre. L’un l’altro. E così, aiutandoci, ci faremo del bene. Adesso faremo questa cerimonia di lavarci i piedi e pensiamo, ciascuno di noi pensi: 'Io davvero sono disposta, sono disposto a servire, ad aiutare l’altro?'. Pensiamo questo, soltanto. E pensiamo che questo segno è una carezza di Gesù, che fa Gesù, perché Gesù è venuto proprio per questo: per servire, per aiutarci”.

Prima del ritorno in Vaticano, Papa Francesco ha ringraziato i giovani per la loro accoglienza e ha detto loro: "Non lasciatevi rubare la speranza!". Un giovane ha chiesto al Papa perché avesse deciso di recarsi in visita nell'Istituto penitenziario ed il Papa ha risposto che a spingerlo era stato un sentimento che è venuto dal cuore. Prima di decidere la visita a Casal del Marmo, il Papa aveva chiesto: "Dove sono quelli che forse mi aiuteranno di più ad essere umile, ad essere servitore come deve essere un vescovo? Dove sono quelli a cui piacerebbe una mia visita? E mi hanno detto "Casal del Marmo, forse". E quando me l'hanno detto, sono venuto qui. Ma dal cuore è venuto quello, soltanto. Le cose del cuore non hanno spiegazione, vengono solo. Grazie, eh!". Papa Francesco, prima di congedarsi ha infine salutato tutti con queste parole: "Adesso mi congedo. Grazie tante della vostra accoglienza. Pregate per me e non lasciatevi rubare la speranza. Sempre avanti!. Grazie tante!".

Il Secondo giorno del Triduo Pasquale il Santo Padre ha celebrato in San Pietro la celebrazione della Passione del Signore, dopo aver ascoltato il racconto della Passione secondo il Vangelo di Giovanni il predicatore della Casa Pontificia Padre Cantalamessa ha tenuto la sua omelia. Nella serata il Santo Padre ha presieduto il pio esercizio della Via Crucis, i testi sono stati curati da giovani libanesi, sotto la guida di Sua Beatitudine il Cardinale Boutros Rai. Al termine il Papa ha tenuto un breve discorso: “Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio di aver partecipato numerosi a questo momento di intensa preghiera. E ringrazio anche tutti coloro che si sono uniti a noi tramite i mezzi di comunicazione, specialmente le persone malate e anziane.

Non voglio aggiungere tante parole. In questa notte deve rimanere una sola parola, che è la Croce stessa. La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che è amore, misericordia, perdono. È anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva.

Cari fratelli, la parola della Croce è anche la risposta dei cristiani al male che continua ad agire in noi e intorno a noi. I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la Croce, come Gesù. Questa sera abbiamo sentito la testimonianza dei nostri fratelli del Libano: sono loro che hanno composto queste belle meditazioni e preghiere. Li ringraziamo di cuore per questo servizio e soprattutto per la testimonianza che ci danno. Lo abbiamo visto quando il Papa Benedetto è andato in Libano: abbiamo visto la bellezza e la forza della comunione dei cristiani di quella Terra e dell’amicizia di tanti fratelli musulmani e di molti altri. È stato un segno per il Medio Oriente e per il mondo intero: un segno di speranza.

Allora continuiamo questa Via Crucis nella vita di tutti i giorni. Camminiamo insieme sulla via della Croce, camminiamo portando nel cuore questa Parola di amore e di perdono. Camminiamo aspettando la Risurrezione di Gesù, che ci ama tanto. È tutto amore”.

Nella Veglia Pasquale, celebrata alle 20.30 di Sabato, il Santo Padre ha invitato i fedeli ad accettare Gesù con queste parole: “Fratelli e sorelle, non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita! Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui. (…) Accetta allora che Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui è la vita! Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole”.

imageDomenica ha celebrato in Piazza San Pietro la Santa Messa del giorno di Pasqua, numerosi pellegrini hanno manifestato la loro vicinanza al Santo Padre con striscioni, applausi e cori. Nel Messaggio Urbi et Orbi ha rivolto ai fedeli parole per la Pace: “

E così domandiamo a Gesù risorto, che trasforma la morte in vita, di mutare l’odio in amore, la vendetta in perdono, la guerra in pace. Sì, Cristo è la nostra pace e attraverso di Lui imploriamo pace per il mondo intero.

Pace per il Medio Oriente, in particolare tra Israeliani e Palestinesi, che faticano a trovare la strada della concordia, affinché riprendano con coraggio e disponibilità i negoziati per porre fine a un conflitto che dura ormai da troppo tempo. Pace in Iraq, perché cessi definitivamente ogni violenza, e, soprattutto, per l’amata Siria, per la sua popolazione ferita dal conflitto e per i numerosi profughi, che attendono aiuto e consolazione. Quanto sangue è stato versato! E quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?

Pace per l’Africa, ancora teatro di sanguinosi conflitti. In Mali, affinché ritrovi unità e stabilità; e in Nigeria, dove purtroppo non cessano gli attentati, che minacciano gravemente la vita di tanti innocenti, e dove non poche persone, anche bambini, sono tenuti in ostaggio da gruppi terroristici. Pace nell’est della Repubblica Democratica del Congo e nella Repubblica Centroafricana, dove in molti sono costretti a lasciare le proprie case e vivono ancora nella paura.

Pace in Asia, soprattutto nella Penisola coreana, perché superino le divergenze e maturi un rinnovato spirito di riconciliazione.

Pace a tutto il mondo, ancora così diviso dall’avidità di chi cerca facili guadagni, ferito dall’egoismo che minaccia la vita umana e la famiglia, egoismo che continua la tratta di persone, la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo; la tratta delle persone è proprio la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo!. Pace a tutto il mondo, dilaniato dalla violenza legata al narcotraffico e dallo sfruttamento iniquo delle risorse naturali! Pace a questa nostra Terra! Gesù risorto porti conforto a chi è vittima delle calamità naturali e ci renda custodi responsabili del creato.

Cari fratelli e sorelle, a tutti voi che mi ascoltate da Roma e da ogni parte del mondo, rivolgo l’invito del Salmo: «Rendete grazie al Signore perché è buono, / perché il suo amore è per sempre. / Dica Israele: / “Il suo amore è per sempre”» (Sal 117,1-2)”. Infine ha ringraziato i fedeli in Piazza con queste parole: “Cari fratelli e sorelle,

giunti da ogni parte del mondo in questa piazza, cuore della cristianità, e tutti voi che siete collegati attraverso i mezzi della comunicazione, rinnovo il mio augurio: Buona Pasqua! Portate nelle vostre famiglie e nei vostri paesi il messaggio di gioia, di speranza, e di pace che ogni anno, in questo giorno, si rinnova con forza. Il Signore Risorto, vincitore del peccato e della morte, sia di sostegno a tutti, specialmente ai più deboli e bisognosi. Grazie per la vostra presenza e la testimonianza della vostra fede. Un pensiero e un grazie in particolare per il dono dei bellissimi fiori che provengono dai Paesi Bassi. A tutti ripeto con affetto: Cristo Risorto guidi tutti voi e l'intera umanità su sentieri di giustizia, di amore e di pace”.

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